Prof. Avv. Giovanni Iudica

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Pubblicazioni

Sette questioni in tema d’appalto Ed. EGEA, [...]

Attività Professionale

Giovanni Iudica è avvocato cassazionista ed eserc [...]

Attività Accademica

Giovanni Iudica è nato a Lecco il 21 aprile 1944. [...]

Altre Pubblicazioni

Hérodias, Gustave Flaubert (ed. Settecolori, 2021).
Traduzione e postfazione di Giovanni Iudica.
L’epoca è quella dell’imperatore romano Tiberio, la cornice geopolitica è il Medio Oriente, il protagonista è Erode Antipa, tetrarca di Galilea, feroce, lussurioso. Ha ripudiato la figlia del re degli Arabi, ha sposato Erodiade, già moglie di suo fratello Filippo, teme la rabbia armata dei primi, ha paura che per quella relazione giudicata scandalosa Roma non stia più dalla sua parte. A preoccuparlo è anche il “caso Jochanan”, il nome con cui il profeta Giovanni Battista è conosciuto: lo ha fatto imprigionare, non si decide a farlo uccidere, ne è spaventato, ma ne coglie la grandezza. L’occasione, infine, è la sfarzosa festa di compleanno di Erode stesso. Qui, dietro istigazione di Erodiade, del suo desiderio di vendetta e di potere, Salomè, che ne è la bellissima figlia, si esibisce in una danza voluttuosa che ha come scopo ultimo proprio la testa del Battista… Per la traduzione del racconto Hérodias, Giovanni Iudica, autore anche della Postfazione, ha fatto riferimento al testo, curato con scrupolo e sapienza, da Stéphanie DordCrouslé e Pierre-Louis Rey.

Il prefetto della Giudea, Anatole France (ed. La vita felice, 2021).
Traduzione e postfazione di Giovanni Iudica.
“Il prefetto della Giudea” (titolo originale “Le Procurateur de Judée”) è un breve racconto storico di Anatole France pubblicato nel 1902. L’autore racconta l’incontro di due patrizi dell’antica Roma ormai anziani. Sono vecchi amici, accomunati da sfortunate vicende politiche: Ponzio Pilato, prefetto della Giudea, ed Elio Lamia, esiliato e costretto a viaggiare per le province dell’Impero, specie in quelle d’Oriente. Ritrovarsi diventa per loro l’occasione per rievocare il passato, il tempo in cui entrambi si trovano lontani dalla Roma imperiale. Il libro, oltre che racconto storico, è anche un apologo sulle ragioni che portano a dimenticare o a conservare un ricordo.

Le prime donne – tre racconti, , Giovanni Iudica (ed. La vita felice, 2021).
“Il primo (di questi tre racconti) nasce da una suggestione molto precisa che ho avuto guardando il bellissimo dittico di Hugo van der Goes, ‘La caduta dell’uomo’, al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Chi tenta Eva, porgendole la mela fatale, è un serpente con il volto di donna o, se si vuole, è una donna travestita da serpente. Il secondo è un omaggio a una donna bellissima, intelligente e generosa che, in un lontano passato, si prostituì con un Faraone d’Egitto, utilizzando lo stratagemma della doppia verità, per consentire al marito e al suo popolo di sopravvivere a una tremenda carestia. L’ultimo cerca di dare risposta a un fatto davvero misterioso e inquietante. Nell’immenso subcontinente indiano, a tutti gli dei, maggiori e minori, sono dedicati da nord a sud, da est a ovest, decine di migliaia di templi magnifici e grandiosi, fatta eccezione per la prima e più importante delle divinità. A Brahm?, il creatore del mondo e dell’intero universo, è dedicato, infatti, un solo tempio, modesto, in un luogo remoto, come se la comunità dei credenti avesse voluto dimenticarlo o infliggergli un castigo.” (dalla prefazione dell’autore)

Il Musico fuggiasco, Giovanni Iudica (ed. Archinto, 2018).
Giovanni ludica racconta l’avventura umana e artistica di Henry Desmarest, notevole compositore di musica sacra e profana, vissuto tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento. Grazie alle splendide qualità vocali e a uno straordinario talento musicale, Desmarest ebbe la fortuna di entrare giovanissimo a far parte dei «paggi della musica» di Luigi XIV. Cresciuto all’ombra di Lully e del Re Sole, a stretto contatto con i più importanti compositori dell’epoca, divenne famoso per aver portato la forma dei Grands Motets ai suoi vertici e per aver creato, nel teatro musicale, il genere dell’Opéra-ballet. Ma Desmarest è anche protagonista di una appassionata e appassionante vicenda amorosa che lo spinse a compiere un delitto punibile con la pena dì morte. Per questo dovette abbandonare la favolosa corte di Versailles, l’adorata Parigi e l’amata terra di Francia, gabbando coraggiosamente il suo re con una fuga che mise in ridicolo la polizia e tutto l’apparato della giustizia francese. Riparò prima a Bruxelles e poi alla corte di Spagna, trovando infine rifugio presso la raffinata corte di Lorena, dove creò la celebre Scuola di musica lorenese che ancora oggi si identifica con il suo nome.

Il pittore e la pulzella. Un fiammingo ai tempi di Giovanna d’Arco. Edizione speciale per Corriere della Sera  “L’arte come un romanzo ”  n.35/2017.

La casa del fondamento del cielo e della terra, Giovanni Iudica (ed. La Vita Felice, 2014).
Babilonia è diventata per noi un simbolo fuori dal tempo, dalle connotazioni di confusione e peccato, di stupore e meraviglia, tramandateci dalla Bibbia e dai classici. Ma cosa si nasconde in realtà dietro il mito? Come ha potuto una delle città più importanti dell’antichità trasformarsi in un’immagine così nefasta? In questo viaggio nell’antica Mesopotamia, arricchito da un’affascinante e colorata galleria fotografica, Giovanni Iudica ci racconta la storia della città, delle sue straordinarie meraviglie – i Giardini Pensili, le Mura, la Torre di Babele – e delle incredibili conquiste culturali lasciate in eredità sia a Oriente che a Occidente. La nascita della prima codificazione organica di norme giuridiche nella storia del diritto (il Codice di Hammurabi), gli eserciti vittoriosi di Nabucodonosor II, la cattività dei popoli vinti, la schiavitù degli ebrei e la vendetta della Bibbia, la sovrana saggezza di Ciro il Grande, i trionfi di Alessandro Magno, la discesa dal cielo del dio supremo, nella notte di Capodanno, nel mese di Nisan, la vita fremente di umanità, di commerci, di ricchezza, di contraddizioni, di riti lussuriosi e crudeli, ma anche brulicante di uomini di cultura, di letterati, di scienziati, di magi, nella più grande megalopoli multietnica della Storia, prima della Roma imperiale, che si vantava di possedere ben due delle sette meraviglie del mondo: tutto questo accadde ai piedi della Casa del fondamento del cielo e della terra (É-temen-an-ki), più nota in Occidente come la mitica Torre di Babele. Il testo è completato da una ricca iconografia.

Il caso Gesualdo, Giovanni Iudica(ed. La Vita Felice, 2013).
Carlo Gesualdo, principe di Venosa, grande signore del tardo Cinquecento, appartenente a una delle più potenti famiglie del Sud Italia, stupì i suoi contemporanei per il fatto di sangue che lo vide protagonista. Gesualdo fu costretto a lavare il suo onore, infangato dal tradimento coniugale, con l’uxoricidio della bellissima moglie e con l’omicidio del suo fascinoso amante. Inoltre per essere stato coinvolto in una difficile partita di geo-politica internazionale. Ma soprattutto per la sua musica somma, pervasa di cromatismo, di dissonanze e di arditezze armoniche estreme. Dopo secoli di oblio, la figura di Gesualdo è tornata a stupire, imponendosi sulla scena musicale in tutta la sua visionaria e anticipatrice grandezza. Il Principe dei musici, dunque, ancor oggi, nel 2013, a quattrocento anni dalla sua morte, continua a far parlare di sé.

Mahler sul lettino di Freud (2°ed. La Vita Felice, 2016),  la maggior parte dei racconti pubblicati si occupa di musici, sorpresi in momenti di intimità o di gioia o di dolore o in occasione di incontri importanti. Alcune storie riguardano poeti o filosofi famosi. Ma è il racconto dedicato a Mahler ad aprire questa plaquette – fornendole anche il titolo – per una buona ragione: nel 2011,  prima edizione, si è celebrato il secolo della morte del popolare compositore.
Il cappello dell’ammiraglio, Giovanni Iudica (ed. Sellerio, 2011).
«La vita stessa, quasi una fantasia» è, nelle parole dell’autore, l’argomento di questa scrittura. Una memoria, un lungo ricordo, una cronaca delle infinite peripezie, minimali ma fondamentali nell’esistenza, che occorsero a un fanciullo, socialmente fortunato e culturalmente ben dotato, nel decennio corrente dalla fine degli anni Quaranta del Novecento agli anni brillanti del Boom economico. Così ricca dei fatti della fantasia e del colore della vita stessa, da smarrirsi il confine preciso tra le due e da immediatamente comprendere come l’infanzia sia un romanzo di formazione quando la memoria permette di abbracciarla in un penetrante sguardo narrativo. E quindi il Il cappello dell’ammiraglio (il titolo viene dal copricapo, quasi un talismano, che accompagnò il protagonista da quando bambino sognante immaginava avventure sul mare delle sue vacanze fino al treno che lo portava giovane a studiare in Inghilterra) è nello stesso tempo il documento di una nicchia di storia sociale: la storia di una famiglia borghese a cavallo della modernizzazione dell’Italia, e il romanzo di un bambino dalla fantasia galoppante: una fantasia capace di stimolare le avventure dell’innocenza. E, poiché facilmente l’infanzia si fissa nell’immagine di un luogo geografico, il romanzo, volendo, è anche la rappresentazione, trasfigurata negli occhi di un bambino, del paesino di riviera ove, come un circolo concluso che dà un senso al tempo, ogni estate ritornava la villeggiatura della famiglia.
Chopin a Palma di Maiorca, (ed. La vita Felice, 2009 ult. ed. 2010), una raccolta di elzeviri, a metà fra ricostruzione storica e divertissement letterario, apparsi negli anni sulle pagine del periodico bocconiano Via Sarfatti 25 e rievocanti aneddoti curiosi, vicende poco note o aspetti inesplorati della personalità di compositori, filosofi, pensatori e altri grandi del passato.
La valle del vecchio, Giovanni Iudica (ed. Sellerio, 2009).
«Queste pagine raccontano la storia di due stirpi familiari, una del sud e l’altra del nord. Due culture, due modi diversi di guardare al destino, due mondi lontani che hanno trovato un punto, un anello di congiunzione: quello, antico come il mondo, di un amore e di un matrimonio. Questo libro non è un romanzo, frutto di immaginazione, ma è piuttosto la cronaca sobria di fatti, avvenimenti, eventi, nei quali l’ala della fantasia ha svolto funzioni solo connettive e marginali. Sono storie un po’ allegre e un po’ tristi, a volte struggenti (se fosse musica sarebbe un blues), ma sempre venate di ironia e piene di sorprese e di colpi di scena» (Giovanni Iudica).
Il principe dei musici (ed. Sellerio, 1993, ult. ed. 2008), dedicata alla vita turbolenta del sommo compositore Carlo Gesualdo, principe di Venosa (1566-1613). Il libro ha vinto il Premio Diego Fabbri del 1995 e ha dato spunto al regista Werner Herzog per il suo film Tod für fünf Stimmen, realizzato nel 1995 dalla televisione tedesca ZDF.
Il pittore e la pulzella. Un fiammingo al tempo di Giovanna d’Arco (ed. Guanda, 2007), sulla vita del pittore fiammingo Enguerrand Quarton, che nel Quattrocento, durante la sua misteriosa esistenza, visse e lavorò ad Avignone realizzando capolavori di cui soltanto pochi esemplari sono giunti fino a noi.
Orfeo Barocco (ed. Sellerio, 1999), dedicata alla riscoperta della figura del compositore e musicista Alessandro Stradella (1639-1682), vero inventore della forma del concerto grosso, la cui fama fu offuscata nei secoli successivi dai nomi di Arcangelo Corelli ed Antonio Vivaldi.
– Prefazione alla monografia del Prof. Filippo Annunziata Prendi, l’anel ti dono Silvana Editoriale, 2016. – Il caso Gesualdo nel teatro musicale del novecento, in Liber Amicorum Pietro Rescigno, Editoriale Scientifica, 2018.

– Traduzione e postfazione de Il prefetto della Giudea di Anatole France.  La vita felice, 2019.

Paul-Anton Masstele. Liber Amicorum per Paolo Zatti. Ed. JOVENE 2023

Un singolare debito di riconoscenza. Scritti in onore Rodolfo Sacco